Chi ha detto che un disabile debba per forza essere integrato in un ambiente al pari di altri disabili? La vera inclusione a mio avviso può passare anche da questo aspetto ma come affermato nell’articolo Attività CSR e inclusione sociale: un metodo per favorire l’inclusione? la reale valorizzazione della persona avviene quando si è messi nelle condizioni di collaborare normalmente al pari dei nostri colleghi o collaboratori “normodotati”. Certo, questi ultimi devono conoscere la nostra identità di diversamente abili molto bene al fine di mediare con le nostre difficoltà oggettive dovute all’handicap (nel mio caso è quello fisico ma ci possono essere altre tipologie di handicap più o meno limitanti).
Avere la possibilità di integrarmi in un team anche in attività più pratiche ha certamente rafforzato la mia autostima, facendomi credere maggiormente nelle mie capacità e abilità e dandomi l’opportunità di apportare il mio contributo nell’attività in questione.
Questo elemento molto importante per me è stato reso possibile di nuovo grazie alla tecnologia. Infatti grazie alle nuove e sempre più evolute tecnologie di video collaborazione si può efficacemente collaborare allineati come se tutte le persone fossero nella stessa stanza, anche se distanti fisicamente.
Non è necessario avere un computer di tipo aziendale in quanto le soluzioni si possono configurare direttamente sul computer personale tramite quello che viene definito SSO mantenendo ugualmente un livello di privacy e soprattutto di separazione delle informazioni personali da quelle strettamente legate all’attività svolta.
In questo articolo non indicherò particolari soluzioni per la video collaborazione ma il rapido sviluppo delle nuove tecnologie digitali ha dato un boost anche a questo aspetto e questo può essere un enorme vantaggio soprattutto per le persone diversamente abili motorie che non possono affrontare giornalmente trasferte per raggiungere fisicamente il luogo dove si svolge l’attività prescelta. Questo aspetto può essere utile soprattutto in ambito sociale per far collaborare ad armi pari e a pari livello persone a beneficio di persone con differenti handicap e/o competenze che possono così, avvalendosi della CSR, beneficiare anche di una importante misura di inclusione sociale.
Spero che nel prossimo futuro questa nuova modalità di intendere la collaboration venga ulteriormente diffusa al fine di abbattere definitivamente le barriere spaziali.